Intervento in Consiglio Comunale “Sabato 1 luglio si festeggia il Bologna Pride: per la libertà e contro ogni tipo di discriminazione”

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  • Roberta Li Calzi

Intervento in Consiglio Comunale “Sabato 1 luglio si festeggia il Bologna Pride: per la libertà e contro ogni tipo di discriminazione”

Una scarpa col tacco è afferrata dalla mano della sua proprietaria. Viene agitata per aria e scagliata verso la polizia, con rabbia, con tutta la forza possibile. È una scarpa numero 45, la sciccosissima calzatura di Sylvia Rivera, una delle tante transessuali che la notte tra il 27 e il 28 giugno 1969 si trovavano dentro un famoso locale gay di Christopher Street, a Manhattan: lo Stonewall Inn.

I controlli della polizia di New York sono sempre meno giustificabili e più odiosi. Il commissariato della città è in mano a un pugno di fascisti omofobi, come del resto è omofobica l’intera società statunitense del 1969, nonostante gli anni siano quelli dei grandi fermenti del Novecento: la rivoluzione studentesca del 1968, il movimento di liberazione degli afro-americani, il movimento pacifista contro la guerra del Vietnam.

Il movimento per la liberazione degli omosessuali americani è agli albori, deve ancora scrivere tutte le sue pagine migliori. Fino a quella sera di fine giugno 1969, essere omosessuali o transessuali significava soltanto essere “queer”, cioè “strani”, “malati”, “invertiti”. E significa essere discriminati da tutti. Le leggi sono chiare, dure e sbagliate: esiste perfino un divieto di travestimento. Si finisce in galera per come si è vestiti, nella New York di quegli anni.

Sylvia Rivera ha paura. Ha paura dei manganelli delle divise, ha paura delle ispezioni corporali, ha paura che una volta arrestata e sbattuta in galera per una notte o più, le possa accadere qualcosa di tremendo. Ma Sylvia e le sue amiche, oltre ad avere paura, non ne possono più. Sono esasperate da tutte quelle violenze, da quegli abusi: lei e le altre clienti dello Stonewall Inn sono stanche di essere trattate peggio di animali. Ed ecco che Sylvia sente arrivare da dentro una molla fortissima, che supera l’intensità della paura. È la forza della rabbia. È in quel momento, nel bel mezzo dell’ennesimo sopruso subito, che afferra la sua scarpa e la scaglia contro le guardie. Subito viene imitata da tutte le sue amiche e dagli altri dentro al locale. E poi scendono in strada e urlano, cantano, invocano una rivolta popolare. Un'insurrezione che si estenderà per tre giorni e metterà a soqquadro un’intera parte di Manhattan, restituendo alla comunità LGBT la libertà: libertà di uscire allo scoperto, di rivendicare con orgoglio la propria identità, di opporsi a qualsiasi tipo di discriminazione. Quella notte segna la nascita di un movimento per i diritti delle persone Lgbt e contro la discriminazione.

Nonostante gli enormi passi in avanti fatti fino ad oggi, i moti di Stonewall e la loro portata liberatoria riecheggiano nel Pride, per ricordare che, chiunque tu sia, qualunque persona tu ami, hai dei diritti per cui vale la pena combattere e, grazie a chi ha lottato prima di te, oggi puoi fieramente gridare al mondo che sei quello che sei.

Nei giorni scorsi dieci persone sono state arrestate a Istanbul nella piazza Taksim, dove la comunità Lgbt turca aveva comunque organizzato il Gay Pride, anche dopo il divieto delle autorità turche. La marcia, che come negli anni precedenti si era attirata le contestazioni di gruppi ultranazionalisti, è stata vietata sabato dal governatore di Istanbul che aveva addotto motivi di sicurezza e di ordine pubblico.

Incidenti, aggressioni e pesanti discriminazioni nei confronti dei membri della comunità Lgbt sono all'ordine del giorno in molte città della Turchia, compresa Istanbul, che viene considerata quella più all'avanguardia.

Per questo non bisogna smettere di scendere nelle nostre piazze, perché ancora in molti luoghi, neanche troppo lontani da noi, non è riconosciuta la libertà di manifestare per i propri diritti e in quelle piazze le persone lottano per cambiare il presente e per costruire un futuro migliore. Proprio come hanno fatto quelli prima di noi. Proprio come ha fatto Sylvia Rivera a New York.

Sono passati quasi 50 anni anni da quella notte, che viene celebrata e ricordata nel mondo attraverso la marcia del Pride.

A Bologna festeggeremo sabato 1 luglio. Buon Pride a tutte e a tutti, chiunque vi sentiate di amare.


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