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Diritti

Diritti

Bologna deve essere sempre di più una città sostenibile e responsabile, attenta a tutte le componenti della sua comunità, in cui siano protagoniste le persone. Una società più giusta e inclusiva si costruisce con una promozione attiva del principio di eguaglianza, che non si limiti al riconoscimento, ma renda possibile l’esercizio dei diritti da parte di tutti gli abitanti, indipendentemente dall’identità sessuale, dalle origini geografiche, dallo stato patrimoniale e da ogni altra condizione personale e sociale.

La recente approvazione del Protocollo d’intesa tra il Comune di Bologna e di Torino per l’implementazione dell’asse lavoro prevista dalla strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto alle discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere, l’istituzione dell’Ufficio pari opportunità e tutela delle differenze e la trascrizione del matrimoni tra coppie dello stesso sesso stipulati all’estero sono passi importanti per una città realmente inclusiva, che riconosce e promuove una parità effettiva delle molteplici forme di legami affettivi. Ed è su questa strada che occore continuare il nostro percorso.

La promozione di una piena cittadinanza degli abitanti di nazionalità straniera, che a Bologna rappresentano circa il 18% dei residenti, la reale integrazione sociale delle persone con disabilità, non solo attraverso l’adeguamento delle infrastrutture, il rispetto della pluralità dei sentimenti religiosi e delle convinzioni filosofiche in una cornice di laicità delle istituzioni, così il superamento delle situazioni discriminatorie legate all’età, necessitaano di un coordinamento unitario delle politiche antidiscriminatorie, sul modello della rete locale e di quella nazionale. Serve rinnovare un patto di cittadinanza in cui trovino rappresentanza le istanze di tutte le componenti della nostra comunità cittadina.

Sport

Sportiva fin dalla nascita, sono impegnata da anni nella promozione delle attività sportive come veicolo di educazione, tutela della salute ed integrazione.

Lo sport è, infatti, un fenomeno sociale ed economico di primaria importanza nella vita di una città, uno degli strumenti più efficaci per educare, formare e favorire l’integrazione e la solidarietà, in grado di guardare con attenzione a tutte le fasce di età.

La promozione e il sostegno a momenti di ricerca e di confronto, di approfondimento culturale per i praticanti, per le famiglie coinvolte e per tutti i dirigenti può consentire la comprensione dell’evoluzione del “movimento sportivo”, facendo emergere il valore sociale, pedagogico e culturale dell’attività sportiva, contributo decisivo all’educazione e alla formazione dei giovani e della comunità intere, come elemento essenziale per la vita democratica, sociale e culturale della città.

L’attività sportiva è anche terreno di incontro tra le diverse generazioni che animano la nostra città, dove gli ultra sessantacinquenni rappresentano un terzo della popolazione, percentuale simile alla popolazione nella fascia 0-29 anni. Si tratta di due fasi della vita in cui l’attività sportiva può risultare fondamentale per il miglioramento della condizione fisica e psicologica: praticare sport può essere così un’importante occasione di scambio intergenerazionale e di costruzione di una comunità più in salute.  

Si deve pensare allo sviluppo di progetti per riportare bambine e bambini, ragazze e ragazzi a giocare nei parchi e i cittadini in generale a riappropriarsi degli spazi pubblici per svolgere le loro attività di svago e tempo libero.

Sport

Politiche Sociali

Welfare

Uno sviluppo reale e pieno della comunità deve andare di pari passo con il contrasto alle disuguaglianze, da realizzarsi con interventi che consentano di uscire dalle condizioni di povertà. Occorre considerare cittadini anche gli “invisibili”, immaginando un percorso di emancipazione partecipata dalla loro condizione di marginalità sociale.

In questo contesto, le politiche di contrasto alle disuguaglianze devono essere trasversali e coerenti a tutte le altre: da quelle abitative a quelle lavorative, per soluzioni pensate e programmate in maniera efficace, non da attuarsi solo nelle situazioni di emergenza.

La crisi economica ha determinato, infatti, un impoverimento che non ha risparmiato il nostro territorio. Se la lotta alle cause di questa dinamica è da realizzarsi in ambito nazionale ed europeo, la lotta alle sue conseguenze è un problema che riguarda il livello di governo locale.

Ci dovremo impegnare in percorsi di appropriatezza ed equità degli interventi di sostegno, anzitutto attraverso un sistema di lettura dei bisogni e delle risorse di ciascuno.

Una nuova centralità deve essere data alle politiche a sostegno delle famiglie, che sono oltre 200 mila sul territorio del Comune di Bologna. La loro composizione impone di pensare ad una politica delle tariffe dei servizi sociali che sia rigorosamente improntata al rapporto reddito/ carico familiare.

Una città inclusiva è una città accessibile, in tutti i suoi luoghi, anche alle persone disabili. Per cui è necessario ideare un piano di eliminazione delle barriere architettoniche che consenta l’accessibilità universale sul modello delle grandi metropoli europee.

Il tema della casa va affrontato nel pieno rispetto del principio di legalità, senza voltare la testa di fronte alle situazioni emergenziali rispetto a cui vanno tutelati i diritti fondamentali delle persone, soprattutto se minori, quali l’accesso a beni primari come l’acqua e all’accesso ai servizi sanitari attraverso la residenza.

Politiche per l'infanzia

Anche sul tema di quali siano le linee di indirizzo che un’amministrazione pubblica dovrebbe seguire in termini di politiche per l’infanzia e l’adolescenza, la prima battaglia da approntare è la lotta alle disuguaglianze. Su questo a Bologna si è sempre fatto molto, senza abbassare la guardia. Si può e si deve fare ancora di più, affinchè l’asticella non si abbassi mai. E per fare questo vi è la necessità di considerare i bambini non come il futuro di una città e di una nazione, bensì come il presente. Perchè la cittadinanza attiva dei bambini può partecipare a migliorare il mondo degli adulti.

L’altro aspetto fondamentale è costruire negli adulti la consapevolezza di quanto sia importante la partecipazione attiva dei bambini alle decisioni, per riuscire a ripensare gli spazi della città in funzione dell’infanzia. Se chiedessimo ai bambini quali scelte farebbero su una città verrebbero fuori sicuramente degli spunti interessanti, perchè il punto di vista dei bambini non è snaturato dall’appartenenza ad una categoria, ma è portatore di interessi generali. Per questo l’ascolto attento delle voci dell’infanzia è fondamentale per impostare le scelte politiche.

Pensare a politiche per l’infanzia significa infatti rispettare i bambini come cittadini di Bologna e del mondo, per rendere la città ancora più inclusiva e accogliente, garantendo la possibilità per i bambini di giocare e fare movimento in condizioni di libertà e sicurezza.

Per far sì che Bologna sia ancora di più una città amica delle bambine e dei bambini, è importante riqualificare parchi e giardini per renderli “a misura di bambino” e dare rilievo alle iniziative “bimbo-friendly” che già esistono sul territorio cittadino, oltre a crearne di nuove, dandone ampia diffusione partendo ad esempio dalla creazione di una pagina web dedicata a questo tema all’interno della rete civica del comune di Bologna.  

Si devono valorizzare le forme di partecipazione già esistenti per favorire un ruolo attivo dei bambini nella città e avviarne di nuove, con l’obiettivo di valorizzare le strutture dedicate alle politiche per l'infanzia, il rapporto di collaborazione tra amministrazione comunale e associazioni no profit, i servizi e le iniziative di aggregazione e di animazione culturale, i progetti di mobilità sostenibile.


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