Intervento in Consiglio Comunale sull'emendamento al Piano Casa

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  • Roberta Li Calzi

Intervento in Consiglio Comunale sull'emendamento al Piano Casa

L'ACQUA PUBBLICA E L'ART.5 DEL PIANO CASA: HA VINTO IL BUONSENSO

Nei giorni scorsi è stato approvato alla Camera un emendamento al Decreto Sicurezza, che stabilisce in capo ai Sindaci il potere di derogare al divieto di allacciamento dei servizi acqua, luce e gas negli alloggi occupati abusivamente e al divieto di accedere alle graduatorie alloggi pubblici per occupanti con minori o a particolare rischio sociale. 

Quando, nel 2015, il sindaco di Bologna Virginio Merola decise di allacciare l'acqua a famiglie di occupanti con bambini, disabili e anziani si sviluppò a Bologna un dibattito su legalità e solidarietà da cui emergeva che, per qualcuno, il rigoroso rispetto delle regole non poteva conoscere eccezioni di fronte ad un'emergenza umanitaria (o sanitaria).

Per quella vicenda Merola venne indagato insieme agli allora assessori Frascaroli e Malagoli, un'indagine archiviata solo pochi mesi fa, così motivata: dalla verifica fatta dal Comune risultava infatti la "presenza di un rilevante numero di minori all'interno delle strutture occupate, che aveva giustificato la decisione di procedere alla somministrazione di acqua in favore degli occupanti, data la condizione di urgenza e di rischio che si era venuta a creare". 

E proprio grazie al lavoro dei parlamentari bolognesi, prima in Senato con l'interrogazione di Lo Giudice, e poi alla Camera con Fabbri, Lenzi e Zampa, che hanno lavorato a questo emendamento, si consentirà ai sindaci di agire in deroga all'articolo 5 del Piano Casa, ovvero quello che vieta ai sindaci di allacciare le utenze alle occupazioni abitative.

Col nuovo testo, che arriverà presto in Senato per l'approvazione definitiva, i sindaci potranno allacciare l'acqua quando lo richiedano esigenze igienico sanitarie. 

Si istituisce così un principio che si richiama ai diritti umani fondamentali.

Nel 2010 le Nazioni Unite hanno approvato una risoluzione che riconosce l'accesso all'acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari come diritti umani fondamentali. 

La storica risoluzione sancisce che "l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari sono un diritto umano essenziale per il pieno godimento del diritto alla vita e di tutti gli altri diritti umani". 

Alla risoluzione ONU è seguita quella del Consiglio per i Diritti Umani dello stesso anno, che afferma: "il diritto fondamentale all’acqua e ai servizi igienico-sanitari è associato al diritto ad un adeguato standard di vita ed è indissolubilmente legato al miglioramento della salute fisica e mentale".

Con l'approvazione di questo emendamento oggi ha vinto il buonsenso. E ha vinto un po' anche Bologna.



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