Intervento in Consiglio Comunale "11 febbraio: Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza"

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  • Roberta Li Calzi

Intervento in Consiglio Comunale "11 febbraio: Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza"

Le pari opportunità nella carriera scientifica sono ancora un traguardo troppo lontano.  

Attualmente, in tutto il mondo, soltanto il 28% di ricercatori è di sesso femminile. Secondo dati rilevati dall'Unesco, nel biennio 2014-2016, il 30% delle studentesse universitarie ha scelto materie scientifiche. E per certe specializzazioni, come l’informatica, la loro percentuale scende anche al 3%. 

Finora sono solo 20 i premi Nobel assegnati a donne scienziateper la fisica (3), la chimica (5) o la medicina (12), a fronte dei ben 585 assegnati a uomini. 

Per il Global Gender Gap Report 2018, l’inchiesta sul divario di genere nel mondo - studio realizzato dalWorld Economic Forum- colmare il gender gap del 25% aumenterebbe il Pil mondiale  di 5.300 miliardi di dollari. 

Tra i criteri principali per la stima di tale divario c’è l’accessibilità sia alle risorse e alle opportunità economiche e culturali sia alle cure mediche e all’educazione. Allarmante la stima del report, per il quale “al fine di raggiungere una totale parità economica e di opportunità tra uomini e donne ci vorranno ancora 108 anni”. Occorre quindi ben più di una generazione. 

Autorità internazionali, studi e ricerche ci dicono inequivocabilmente che impedire o sacrificare l’apporto pieno delle donne alla nostra società danneggia lo sviluppo del Pianeta. 

Non a caso la parità di genere è tra i 17 obiettivi delle Nazioni Uniteinseriti nel Programma dello sviluppo sostenibile, "2030 Agenda for Sustainable Development". 

Un ruolo fondamentale in tale partita è affidato alla scuola e all'educazione delle nuove generazioni. 

Secondo uno studio condotto in 14 paesi, le percentuali relative alla probabilità che le studentesse conseguano una laurea triennale, un master e un dottorato in ambiti scientifici sono rispettivamente del 18%, 8% e 2%, mentre la percentuale di studenti di sesso maschile è del 37%, 18% e 6%. 

Nel 2015, per sancire l'importanza del raggiungimento della parità di accesso e partecipazione delle donne nell'ambito scientifico, e per compiere ulteriori progressi per ottenere la parità di genere e l’emancipazione di donne e ragazze, l’Assemblea Generale delleNazioni Uniteha adottato la Risoluzione A/RES/70/212 che proclama l’11 febbraio Giornata Internazionale per le donne e le ragazze nella scienza.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, a tal proposito ha dichiarato: “In questa Giornata Internazionale, esorto all’impegno per porre fine ai pregiudizi, e per maggiori investimenti nel campo dell’educazione nella scienza, tecnologia, ingegneria e matematica per tutte le donne e le ragazze, nonché per opportunità per la loro carriera e l’avanzamento professionale a lungo termine, in modo che tutti possano trarre beneficio dai loro innovativi contributi futuri”.

Per abbattere i pregiudizi legati al genere sono previste nella giornata odierna una serie di iniziative, a cura dell’Inaf, l’Istituto nazionale di astrofisica, in varie città italiane, tra cui Milano, Bologna, Firenze, Pisa, Catania e Cagliari. Molte anche le iniziative dell’Infn, l’Istituto nazionale di fisica nucleare. 

Nella nostra città oggi pomeriggio si terrà un incontro alla Pinacoteca Nazionale, dove saranno presenti la Professoressa Patrizia Caraveo, Direttrice di Ricerca-INAF di Milano, docente all’Università di Pavia e Commendatrice dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, una ricercatrice dell’Istituto di Scienze Spaziali di Barcellona e Chiara Montanari, prima donna italiana a guidare una spedizione in Antartide. 

«Se solo si potesse seguire con continuità un lavoro originale... la vita sarebbe un sogno meraviglioso; ma dobbiamo spendere gran parte del tempo per rendere possibile la pubblicazione del lavoro altrui»: diceva Williamina Fleming, la prima delle cosiddette “Harvard Computer”, ovvero le donne impiegate (per la loro abilità, velocità e basso costo a fare i conti per gli astronomi maschi). 

Fece grandi scoperte e inventò un sistema per catalogare diecimila stelle in nove anni.

Nel 1890 poté pubblicare le sue scoperte, ma il punto è che Williamina passò gran parte del suo tempo a preparare o a pubblicare studi di altri (maschi). E non fu la sola. 

Da allora di tempo ne è passato, ma ancora oggi il pregiudizio contro le abilità scientifiche delle donne è molto radicato e il loro accesso alla comunità scientifica ostacolato.

Per questo è importante non smettere di parlarne e continuare a promuovere e incrementare, anche nella nostra città, politiche di inclusione e abbattimento di stereotipi e pregiudizi, perché ancora il divario di genere esiste in tutti i campi, scienza compresa.



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